Quest’anno il premio va a The Good Life, il magazine dall’approccio “olistico innovativo”, che va oltre il digitale.
Lanciato nel 2011 in Francia, The Good Life sbarca in Cina nel 2014 e in Italia nel marzo del 2016 dove è pubblicato dalla Editrice Feelgood.
Si tratta di una pubblicazione bimestrale con una tiratura di 60.000 copie, rivolta a un target di uomini (7%%) e donne (25%) con elevato livello di istruzione (laurea/master/phd), e composto da imprenditori/liberi professionisti oppure dirigenti/quadri di un’azienda. Il lettore di The Good Life ha molteplici interessi culturali, è una persona socievole, affidabile, creativa e sicura di sè che dichiara avere un tenore di vita alto.
L’originalità di The Good Life sta nell’offerta di un mook (acronimo di magazine e book) di più di 200 pagine nell’epoca in cui si consuma “digitale”. Un magazine di larghe vedute, internazionale, curioso, OTTIMISTA, attuale. Un magazine che vede nella globalizzazione un’opportunità e non l’origine di tutti i mali.
The Good Life riflette l’epoca ibrida in cui viviamo, quella in cui si passa da un aereo all’altro, da un cellulare all’altro, da una lingua all’altra. Si parte per lavoro e ci si fa raggiungere dalla famiglia.
Un magazine che si conserva non solo perché è interessante e denso ma anche perché è un bell’oggetto.